Nostalgia e fotografia

Fotografia e nostalgia: storia di un grande amore

Il rapporto fra fotografia e nostalgia è qualcosa che mi ha sempre affascinato. Ho sempre pensato che la fotografia, così come qualsiasi altra forma d’arte, dia il meglio di sé quando racconta un dolore, una sofferenza di qualche genere.

Però parliamoci chiaro, in un mondo dove la dimensione del dolore è sempre negata e tutti dobbiamo sorridere alla vita perché la vita ci sorrida, è davvero difficile parlare di tristezza.

Ho sempre pensato però che la sofferenza ed in generale la tristezza, non sia per forza di cose qualcosa di negativo. Ed è proprio nel sentimento della nostalgia che trovo piena riprova di questo fatto.

In questi giorni siamo sul finire di settembre, periodo nostalgico per eccellenza. L’estate se ne va e comincia l’autunno: quale momento migliore di questo per parlare di nostalgia.

 

La nostalgia

Non so dove ho sentito dire che la nostalgia è la felicità di provare tristezza (sul Treccani magari potete trovare qualcosa di più articolato).

Mai definizione fu però più azzeccata di questa.

Chi prova nostalgia o chi è in generale di indole nostalgica, non è semplicemente triste. Non è semplicemente malinconico.

Quando provo nostalgia per un periodo passato, per un momento che è stato, non sto rinnegando l’oggi. Spesso mia moglie mi rimprovera, perché mi dice che secondo lei c’è un periodo per ogni cosa nella vita che va vissuto appieno.

E forse chi è nostalgico è proprio a questo che è incatenato: al non riuscire mai ad apprezzare in tempo reale un periodo bellissimo della vita, per poi ricordarlo con un retrogusto dolceamaro negli anni a venire.

Io poi, da buon nostalgico, sono sempre legato a questo timore del tempo che passa, di questo tutto che fluisce velocemente.

Quando sono in viaggio inizio a pensare dal primo giorno a quante notti mi separano dal ritorno. Quando una serata è piacevole, guardo l’orologio perché ho paura che quel momento finisca in fretta.

Quando ero bambino a volte mi rattristivo pensando a quando i miei genitori non ci sarebbero più stati.

E potrei farvi molti altri esempi.

 

La fotografia

In tutto questo, la fotografia ha un enorme potere e da qui il titolo Fotografia e nostalgia.

Per il mio modo di sentire la fotografia è prevalentemente un mezzo nostalgico. E’ diventata un meccanismo di difesa proprio per tutelarmi da quella nostalgia che so che mi assalirà in futuro, sempre e inevitabilmente.

E per quanto io possa pensare che quel viaggio o quella serata non sarà mai qualcosa a cui ripenserò con nostalgia, ecco che puntualmente questa predizione si rivela sbagliata.

Ho così tanti momenti a cui ripenso con nostalgia che ci si potrebbe aspettare che io viva la vita con un perenne senso di tristezza.

Ripenso a quando da ragazzino non avevo pensieri, prendevo la mia bicicletta e uscivo per mille avventure con gli amici.

Ripenso a quando passavo le settimane in campeggio al mare: giorni infiniti di serenità e spensieratezza in cui la preoccupazione più grande erano i compiti da finire per settembre.

Penso a quando camminavo per strada con il mio migliore amico, per raggiungere l’aula della lezione della prima ora all’università e puntualmente ci fermavamo a bere un caffè e a parlare di mille cose (cosa che avremmo ripetuto la sera al ritorno).

C’è stato un periodo della mia vita in cui ho iniziato a pensare che il periodo migliore fosse passato, finito. E allora come si fa ad andare avanti con soddisfazione e felicità?

Ed è proprio qui la magia della nostalgia: non finisce mai.

Ho iniziato a rendermi conto che ogni momento, ogni periodo, ogni giorno, darà vita ad un ricordo nostalgico.

E per me la fotografia serve proprio a questo: a fissarlo per sempre, a ricordarmi come mi sentivo in quella situazione, a sapere che il fatto che quel momento sia passato non significa che io non abbia pieno diritto a godermi quel ricordo.

 

Fotografia e nostalgia… e viaggi

Uno degli esempi più lampanti di questa situazione, riguarda il viaggio.

Io e mia moglie abbiamo sempre avuto questa passione per i viaggi on the road organizzatamente disorganizzati. Dopo esserci sposati – nel 2021, ma in principio sarebbe dovuto essere nel 2020 – saremmo voluti andare negli Stati Uniti, ad attraversare il deserto del Mojave in macchina.

Quel piccolo dettaglio di una pandemia globale, non ci ha permesso di farlo con serenità e allora ci siamo detti hey, perché non partire in auto per attraversare Francia e Spagna?!

E così abbiamo fatto. Ma per colpa di questa nostra organizzazione disorganizzata – un principio cardine è quello di prenotare di giorno in giorno un posto dove passare la notte – spesso abbiamo vissuto dei momenti di preoccupazione o di tensione.

Mi ricordo che a volte ero proprio nervoso e pensavo ecco non avremmo dovuti metterci in questa situazione di merda!

Eppure ad oggi, il ricordo della bellezza di quei momenti, della felicità di vivere giorni così felici insieme, è talmente totalizzante che mi commuove al solo ricordo.

E io ho bisogno che ci siano degli scatti.

Ho bisogno che ci siano delle immagini che mi riportino a quell’istante esatto. Su quella spiaggia solitaria, in quel bosco silenzioso o in quella metropoli chiassosa.

 

In definitiva, fotografia e nostalgia sono per me due cose uniche che si legano e danzano insieme (per me è persino un metodo di lavoro).

La fotografia mi serve a ricordare in modo vivido momenti per cui provo nostalgia. E se ogni mattina posso provare nostalgia per il giorno passato, significa che ho avuto una vita piena e che tutto il mio tempo non è andato sprecato.

Ad oggi pagherei per avere scatti e immagini di un sacco di momenti che ho vissuto ma che non ho pensato di immortalare con la macchina fotografica.