Quando insieme a mia moglie – perché si, anche i fotografi si sposano – ho dovuto scegliere il fotografo per il nostro matrimonio, devo dire che non abbiamo avuto grandi difficoltà. Lavorando proprio in quel settore, avevamo fin da subito ben presente quali fossero le nostre esigenze e – di conseguenza – chi fosse il professionista che poteva rispondere a questi desideri.
Però ultimamente mi sono detto: quali sono gli elementi che una coppia, prossima a sposarsi, può valutare per capire se un fotografo è quello che fa al caso suo oppure no?
Ho deciso quindi di stilare una piccola lista non vincolante di cinque punti – secondo me importanti – di cui tenere conto nella scelta del professionista a cui si affiderà il proprio servizio fotografico matrimoniale.
Consiglio n° 1: Lo stile fotografico
La prima cosa che mi viene in mente, riguarda lo stile con cui il fotografo si esprime. Quando parlo di stile fotografico, in questo caso, lo intendo proprio dal punto di vista estetico, mentre nel paragrafo successivo affronteremo il discorso dello stile dal punto di vista dello storytelling.
Ho notato – negli anni da cui ho iniziato a fotografare matrimoni – che lo scatto, per così dire, “di matrimonio” è molto legato ad una sorta di moda. Quando ho iniziato, per esempio, era molto in voga un certo tipo di fotografia, tendenzialmente desaturata con toni che viravano su un verde scuro.
Ad oggi invece vedo molti fotografi che si affezionano a colori caldi, terrosi e spesso molto autunnali.
Sia ben chiaro, lo stile è stile ed è proprio di ogni fotografo, quindi non è discutibile: può solo piacere o non piacere.
Un dato di fatto – però – è che uno stile troppo legato alla moda del momento, fra qualche tempo potrà facilmente apparire “invecchiato”. Pensa ad esempio a quel tipo di fotografia anni Duemila con super vignettature, pose plastiche e linee oblique: ad oggi appare quasi ridicola.
(Allo stesso modo non è così accattivante vedere un uomo con jeans aderente a zampa, eppure nel 2002 tutti si vestivano così)
La morale qual è?
Evitate – secondo il mio modesto parere – di scegliere un fotografo che abbia uno stile spiccatamente “temporaneo”. Non nego che oggi sia molto difficile non farsi influenzare da un tipo di immagine molto spesso dettata dai vari media, ma cercate di fare uno sforzo e di vedere oltre al look del momento.
Anche io spesso, soprattutto durante la post produzione (dove si sceglie perlopiù lo stile relativo ai colori), sono tentato di virare su estremi molto moderni, ma cerco sempre di sforzarmi di mantenere uno stile fresco e moderno ma che resti comunque “senza tempo”.
Al di là dei colori, lo stesso vale per la composizione. Quattro o cinque anni fa non c’era fotografo che non facesse la classica fotografia dei due sposi mano nella mano, magari davanti ad una bella parete della location, fronte camera a mo’ di gemelline di Shining.
Ne ho fatte anche io e sono certo che di quelle fotografie si dirà un giorno davanti alle risate dei figli “eh beh, ma quella era la moda del tempo“.
Quindi scegliete un tipo di fotografia che sia bella, fresca, leggera e evergreen.
Consiglio n° 2: Lo storytelling
Oggi si parla spesso di storytelling, ma che cos’è di preciso? E’ fondamentalmente riassumibile e descrivibile come l’arte del narrare una storia, nei mille milioni di modi possibili.
Ci sono fotografi che racconteranno la vostra giornata con uno stile più reportagistico, orientato quindi a raccontare il vostro matrimonio nel modo più trasparente e neutrale possibile, senza interferire se non il minimo necessario.
Altri invece che prediligono una fotografia più posata, più patinata e “preparata”.
C’è un meglio e un peggio? No, anche questo riguarda un modo del tutto personale di raccontare qualcosa e quindi – anche qui – non sindacabile.
Volete che le emozioni di quel giorno vengano raccontate in modo spontaneo? Benissimo!
Desiderate invece che vengano espresse tramite uno studio più strutturato dell’immagine in modo tale da veicolare un messaggio più delineato? Benissimo anche questo.
L’importante è che voi capiate quali siano le vostre necessità e cosa risponda meglio al vostro modo di essere.
Consiglio n° 3: Il “livello di presenza”
Una cosa che vorrete ben conoscere di chi racconterà la giornata del vostro matrimonio, sarà il livello di presenza (o invadenza).
In che senso?
Nel tempo ho potuto vedere entrambi gli estremi di questa dimensione: dal fotografo caciarone che intrattiene gli ospiti e che magari finisce a bere ed ubriacarsi con loro, a quello inesistente, che si preoccupa di fotografare la checklist di momenti istituzionali e dimentica il resto.
Mi sembra chiaro che nessuno dei due comportamenti sia particolarmente augurabile.
Per quel che mi riguarda – e quindi per il mio personale modo di fotografare – il giusto equilibrio sta nel porsi in quella terra di mezzo dove è auspicabile essere invisibile – quindi raccontare la giornata per come sarebbe andata anche senza la presenza del fotografo – restando però piacevole e cordiale con chi ha la curiosità di scoprire qualcosa del nostro lavoro e soprattutto di fronte alle richieste degli sposi e degli invitati.
Quindi non esitate a chiedere al fotografo quale sia il suo livello di presenza (potete anche trovare un modo più carino per chiederlo) e non abbiate paura di offenderlo. A me è stato chiesto più volte e sono stato felice di spiegare quale sia il mio modo di gestire la mia presenza.
Consiglio n° 4: La trasparenza
Tutto quello di cui si è parlato sopra è strettamente legato al concetto di trasparenza. Dal momento che questo tipo di servizio è qualcosa di molto fluido e opinabile, fate in modo che il vostro fotografo vi spieghi nel modo più chiaro possibile qual è il suo modo di lavorare.
Ricordate, la trasparenza deve esse un concetto fondamentale che accompagna tutto il percorso insieme a lui, da quando lo conoscerete, a quando vi consegnerà le fotografie.
Qual è lo stile? Fa le foto di gruppo o le odia da morire e si rifiuta?
Se è un fotografo reportagista può essere che sia un mago della fotografia spontanea ma che non sappia far posare gli sposi: chiedeteglielo se è una cosa importante.
Quante foto vi consegnerà? Vi darà tutto lo scattato o solo una selezione?
E’ attento ai dettagli, agli allestimenti, agli accessori e quindi racconterà anche tutto questo o magari non è minimamente sua intenzione raccontare simili quisquilie? Può essere che per voi sia la cosa più importante oppure, quindi è giusto che lo sappiate.
E non è per forza questione di contratti firmati con bolla papale. Basta magari anche una mail di riepilogo dettagliata, ma ricordati che un fotografo di matrimonio che lavora in modo preciso, ha ben presente tutte queste sfumature e non avrà problemi a risponderti.
Consiglio n° 5: Il prezzo
Su questo punto non transigo: il buon senso è d’obbligo.
Qual è il prezzo giusto? Bad news! Non c’è un giusto prezzo per un servizio fotografico matrimoniale.
E’ un po’ come se tu chiedere qual è il giusto prezzo per una cena: boh, dipende.
Volete andare a mangiare una pizza o volete fare una cena a base di pesce?
E se gradite mangiare pesce, volete andare da Tonino il Putrido – quello che alleva il pesce nel fosso dietro il ristorante – oppure in quel nuovo ristorante che magari ha dei prezzi onesti perché ha aperto da poco, ma tutti ne parlano bene?
Oppure ancora, preferite andare da quello Chef stellato, dove paghi anche la sua ultima presenza a Masterchef ma tendenzialmente puoi star certo che non troverai nemmeno una cozza con un retrogusto spiacevole?
Non c’è una risposta univoca, però c’è la regola del “poi non lamentarti se…”.
Se scegli un servizio fotografico matrimoniale inclusivo di preparativi sposa e sposo, cerimonia, ricevimento, due fotografi, album e doppia mozzarella, poi non lamentarti se i due fotografi sono due studenti al secondo matrimonio sottopagati e l’album sembra quelli che potevi farti da solo su albumeconomicifaidate.risparmio.
All’estremo opposto, se scegli lo Studio Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare perché è lo studio più figo della città e tu vuoi essere all’altezza delle aspettative della Paperopoli Bene, poi non lamentarti se ti chiede tremila Euro e alla fine dell’aperitivo se ne va dicendoti che nella cifra pattuita erano comprese solo tre ore di servizio (vedi Trasparenza).
In sintesi, scegliete qualcuno che abbia un prezzo congruo con la sua professionalità. Anche l’esperienza gioca il suo ruolo, ma ricordatevi che ci sono fotografi che lavorano da quarant’anni e sono quarant’anni che lo fanno male.
Se volete una cifra posso dirvi che – per la mia esperienza – dovreste orientarvi su una fascia di prezzo che non sia sotto i 1200/1300 € per un servizio con sola cerimonia e ricevimento e non meno di 1500/1600 € per una soluzione più “completa”.
Non abbiate paura di chiedere, un fotografo onesto – a costo di risultare magari poco elegante – non avrà problemi a dirvi quali siano le sue spese e a dare un senso al suo prezzo.
La morale
La morale è, ancora una volta: fate domande.
Ricordatevi un paio di cose:
Punto primo, l’obiettivo del fotografo è quello di esaudire i vostri desideri e lavorare in modo sereno. Più domande gli farete e più informazioni chiederete, meglio lui si muoverà per farvi contenti.
Punto secondo, il vostro obiettivo non deve essere la persona (che certo è auspicabile che vi piaccia) ma il servizio. A questo riguardo è un vostro diritto – se siete persone ragionevoli – avere tutte le garanzie del caso.
Spero di essere stato utile del dipanare un po’ di nebbia per quel che riguarda la scelta del fotografo per il vostro matrimonio e per qualsiasi info non farti riguardo e contattami qui.
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